cronache e opinioni

La libertà è come l’aria

La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare.
(Piero Calamandrei- docente di Procedura Civile presso le Università di Messina, Modena e Siena, partigiano)
E’ per ricordarci questo che continuiamo a festeggiare la liberazione dal nazifascismo il 25 aprile. Era il 1945 e già da diversi anni uomini e donne coraggiosi/e affrontavano gli insulti fisici e morali del regime fascista in Italia. Erano uomini come Piero Calamandrei, che rifiutò di sottoscrivere una lettera di sottomissione a Benito Mussolini e perse così l’incarico universitario, o come Benedetto Croce, a cui è intitolato il nostro Istituto, che fece il Manifesto degli Intellettuali Antifascisti (1 Maggio 1925) in replica al “Manifesto degli Intellettuali Fascisti” di Giovanni Gentile. Non possiamo dimenticare certo Antonio Gramsci, tanto temuto da Mussolini che lo definiva “quel sardo gobbo, professore di economia e filosofia, un cervello indubbiamente potente” e per questo lo imprigionò fino a farlo morire (lo liberò quando si avvicinava la fine). Questi sono pochi esempi celebri di uomini della Resistenza, ma tante sono le persone che hanno rischiato la loro vita o che sul cammino della liberazione l’hanno persa. Sono partigiani e partigiane che hanno combattuto con i pochi mezzi a disposizione ed una sola idea in testa: libertà. Impossibile fare i loro nomi, spesso dimenticati da loro stessi/e per motivi di sicurezza. Molti/e vengono ricordati/e e citati/e dall’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) che ha una sua sede anche ad Oristano e che anche quest’anno organizza un incontro.

Durante la seconda guerra mondiale furono molti i volontari, uomini e donne, giovani e operai, intellettuali e politici che rischiarono la vita per sconfiggere il nazifascismo. Nacquero gruppi organizzati, come ad esempio i Gruppi di Difesa della Donna, l’organizzazione femminile che dal novembre del 1943 fino alla Liberazione si dedicò a creare una vasta rete di assistenza alle famiglie dei detenuti, dei deportati, alle lavoratrici. Un’esperienza unitaria e ampiamente diffusa in tutta Italia, che costituisce una delle pagine più ricche e intense dell’impegno femminile durante la Resistenza.
Che messaggio trasmettere oggi alle nostre studentesse ed ai nostri studenti? Studiate, non dimenticate ciò che è stato, vigilate sulla libertà, siate critici e critiche, siate attenti/e alla democrazia velata di oscurantismo, non permettete che qualcuno/a vi faccia mancare l’aria della libertà.

La Prof. Maria Delogu

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